Angelina la straniera
“Mi chiamava, Angelina la straniera, lei diceva, per il fatto che parlavo poco, in italiano e, a suo dire, avevo sempre la testa tra le nuvole.
Ma quel suo chiamarmi così, era un sibilo pieno di significato, esprimeva un rifiuto per la mia persona, una diffidenza e una diversità che io, poi, ho affermato.
Perché i figli, per loro, erano un esercito, una disponibilità di utilizzo che aveva nei padri una ragione di possesso. Le madri non avevano nulla, solo il dovere di piangere se i figli gli venivano sottratti o se sparivano.”
Una storia tenera e forte, attraverso la quale Francesca Sassano torna a parlare di donne. Angelina è una giovane del Sud, lacerata da una vicenda giudiziaria e familiare, esasperante e infinita, il cui epilogo però alimenta speranze mai sopite.
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