L’Uomo che ricordava di essere Dio
E’ un romanzo che si divide in varie parti e in varie epoche storiche. Si muove sull’ipotesi che la ricerca del principio che pervade il tutto, come codificato nelle Upanishad, testo filosofico e spirituale dell’India, possa superare i limiti dell’individuo e ripresentarsi come anelito alla conoscenza nel tempo. Come se seguisse le regole della reicarnazione. Chiaramente cambiano i tempi storici e le realta’ sociali ed esistenziali dei personaggi, presentati come antieroi. Cambiano i loro nomi e il modo di intendere e definire il tema della ricerca, sorta di domanda posta a sottofondo delle loro vicissitudini. Il romanzo e’ fatto delle loro storie: unico riferimento esistenziale valido, anche per la nostra stessa vita. La ricerca della verità resta aperta, e il senso delle parole dell’Upanishad si costituiscono come l’unico filo portante della trama del romanzo.