L’umanità si evolve, cammina veloce verso quel traguardo che è l’estrema solitudine degli individui, di ogni individuo. Una moltitudine di esseri senza memoria e senza passato vaga ormai in un mondo dove la tecnologia ha reso inutile il lavoro, ed ogni bisogno primario è sopperito dalle macchine informatizzate al punto che il cibo è come l’aria che si respira.
In questa realtà la mente regredisce ed il trascorrere del tempo non è più una dimensione temporale, ma un punto fisso nella mente di ognuno, dove il passato il presente ed il futuro non hanno alcun significato. Il divenire è solo una successione di giorni sempre uguali, indistinti, che la mente cancella ogni notte e la mattina, al risveglio, è una mente purgata di ogni ricordo che affronta il nuovo giorno. Senza memoria non ci sono i sentimenti: non c’è odio o amore, non ci sono rancori, frustrazioni, sopraffazioni, bisogni di rivalsa, non ci sono guerre, omicidi, suicidi.
Un Libro che non lascerà indifferenti chi avrà il piacere di leggerlo. È una lettura affascinante che introduce a un viaggio nel tempo e in un luogo immaginario, ma non così tanto. L’autore crea dei luoghi della mente in cui ci si può perdere. Solo uno sguardo attento troverà delle verità inquietanti, perché possibili.
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Il romanzo racconta spaccati di vita di un paese siciliano, scanditi per decenni dagli anni cinquanta ai nostri giorni, durante il passaggio dalla civiltà contadina a quella assistita. Nel giro di due generazioni si verifica un capovolgimento del concetto di lavoro. Non più complesso di azioni atti alla produzione ma complesso di sotterfugi per ottenere sovvenzioni, contributi statali, o posti di lavoro che in realtà sono posti di stipendio. In questo contesto i giovani vivono in una realtà che premia i fannulloni, gli intrallazzatori, ed ovviamente la mafia. Una società drogata, parassitaria, assettata di denaro facile, dove non c’è più alcun barlume di meritocrazia, ma solo clientelismo e corruzione. In tale siffatta società, la linea di demarcazione tra legalità e illegalità si fa sempre più sbiadita, ed il siciliano onesto vive come dentro un campo di battaglia, perennemente assillato a spendere ogni sua energia per ottenere ciò che gli spetta di diritto.
Il titolo del libro, scaturito come ironica conclusione su quanto viene narrato, è solo
una estrapolazione letteraria, il cui scopo è quello di richiamare l’attenzione su un fenomeno che si allarga a raggiera interessando strati sempre più ampi della popolazione. Anche perché in un contesto siffatto essere onesti è inutile, e a volte dannoso per se stessi.