La zia di Lampedusa
E’ un romanzo giallo che affronta con lievità il problema dell’integrazione, ineludibile nodo per la società di domani. Vede protagonista la musica,e si ispira al verso di Claudio Baglioni “Fa che il prossimo tuo sia non soltanto chi ti è accanto ma anche il prossimo che verrà qui” (Per incanto e per amore). Se si amano le vacanze, il sole, il mare e la musica di Baglioni, non si può non leggerlo.
Il coraggio, la forza, l’amore, sono sentimenti che traspaiono dalle parole di questo libro, e proprio loro sono la colonna portante della vita della protagonista. Si ritrovano emozioni e sensazioni che oggi raramente emergono dal vissuto quotidiano, dalla banalizzazione della nostra esistenza: ma l’essere umano è qualcosa di superiore alle avversità della vita, e questo libro ce lo ricorda con profonda convinzione.
Architetture e paesaggi delle isole Pelagie vengono descritti in maniera straordinaria. La vita quotidiana di un’albergo, gli ospiti intrappolati dalle circostanze, i prestigiosi piatti regionali, i difficili rapporti tra isole e Stato, i colpi di scena, sono tutti elementi che richiamano l’appassionante storia mediterranea. Una grande scenografia, un giallo abilmente costruito, digressioni filosofiche e religiose che se inizialmente impegnano il lettore, lo ricompensano ampiamente nel prosieguo.
Questo romanzo è nato dall’aspirazione nostalgica di rivisitare un vecchio schema caduto in disuso, attualizzandolo. Per scoprire alla fine che, pur mutando contesto, tempi, luoghi e persone, qualcosa permane di magicamente immutato: così nella Sicilia di oggi, come nella vecchia campagna inglese di ieri, i palpiti del cuore, le emozioni e i sentimenti, resistono alla corrosione del tempo come costanti universali intatte: proprio come fari rassicuranti, nel mare tempestoso dell’esistenza.
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