Siamo tutti mafiosi

Il romanzo racconta spaccati di vita di un paese siciliano, scanditi per decenni dagli anni cinquanta ai nostri giorni, durante il passaggio dalla civiltà contadina a quella assistita. Nel giro di due generazioni si verifica un capovolgimento del concetto di lavoro. Non più complesso di azioni atti alla produzione ma complesso di sotterfugi per ottenere sovvenzioni, contributi statali, o posti di lavoro che in realtà sono posti di stipendio. In questo contesto i giovani vivono in una realtà che premia i fannulloni, gli intrallazzatori, ed ovviamente la mafia. Una società drogata, parassitaria, assettata di denaro facile, dove non c’è più alcun barlume di meritocrazia, ma solo clientelismo e corruzione. In tale siffatta società, la linea di demarcazione tra legalità e illegalità si fa sempre più sbiadita, ed il siciliano onesto vive come dentro un campo di battaglia, perennemente assillato a spendere ogni sua energia per ottenere ciò che gli spetta di diritto.
Il titolo del libro, scaturito come ironica conclusione su quanto viene narrato, è solo
una estrapolazione letteraria, il cui scopo è quello di richiamare l’attenzione su un fenomeno che si allarga a raggiera interessando strati sempre più ampi della popolazione. Anche perché in un contesto siffatto essere onesti è inutile, e a volte dannoso per se stessi.

L’Odissea di Nuova Terra

In un lontano futuro, la vecchia Terra devastata dal deuton dopo una guerra deturpante, viene sfruttata dai Serafidi per allevare uno stereotipo umano resistente alle radiazioni, da utilizzare nei lavori a rischio nucleare. Mentre i nuovi terrestri deuton-resistenti vengono esportati in tutta la Confederazione, quasi fossero schiavi, le poche migliaia di terrestri ante deuton, scampati alla devastazione della Terra, riuniti nel Governo Democratico Terrestre in Esilio, combattono contro questa aberrazione al Parlamento Intermondiale e presso l’opinione pubblica, denunciando i soprusi Serafidi sulla loro gente e chiedendo l’indipendenza per il loro pianeta.
“Jason” Prin Geval, un terrestre particolare, frutto dell’innesto della testa di un mutante bianco proveniente dalla Nuova Terra, sul corpo ibernato di un atleta di colore deceduto due secoli prima, potrebbe diventare un sofisticato prototipo alternativo e un simbolo per i Nuovi Terrestri. Dentro di lui convive una miscela stabilizzata di DNA deuton e ante deuton e soprattutto non è sterile: un grave pericolo per i Serafidi e la loro esclusiva fonte di ricchezza. Si scatena quindi una caccia all’uomo, nella quale si confrontano le intelligence terrestri e serafidi, tra intrighi politici e scontri di potere, ben superiori alla disputa in corso, in uno scenario intergalattico e multirazziale.
* Il primo episodio della trilogia della “Nuova Terra”.
EBOOK nei formati: EPUB – PDF – KindleEdition – 294 pagg. in pdf

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Una tribù all’ombra delle foglie di coca / Per una nuova cultura del territorio

Una tribù all’ombra delle foglie di coca è la narrazione vivace di un racconto di esperienze vissute da persone toccate da problemi difficili di tossicodipendenza e carcere, che decidono, guidati da un operatore sociale del Ser.T
( l’autrice), di dar vita ad un’esperienza nuova per ricostruire la loro vita.
Il libro nasce da un’esperienza condotta per 10 anni, all’interno del Ser.T di Viareggio – servizio per le tossicodipendenze – e mira a condurre il lettore in un’avventura che, come allora per gli ‘indios’ delle tribù del XVI secolo, si svolge in una giungla, ma quella odierna: fatta di intrighi e sclerotizzazioni che rivestono il tessuto istituzionale dei servizi socio-sanitari.
Solo all’ombra del Parco La Fenice ( un’area verde dismessa e degradata, riqualificata dal gruppo nel Parco La Fenice), questi indios (i drogati di un Sert – tribali – perché ancora poco ‘civilizzati’) crescono e manifestano la loro cultura, appartenente ad un’altra civiltà: quella degli esclusi. Essi, ascoltati dignitosamente, come narra il racconto dell’esperienza, sprigionano la loro bellezza, disegnando una civiltà fatta di profonda umanità, di speranza, fantasia e creatività.
Il Parco La Fenice : il luogo che prima era destinato allo spaccio di droga – precedentemente Parco della Rotaia per la vicinanza alla linea ferroviaria Viareggio-Lucca – ora diviene il luogo dell’ombra, cioè il luogo dove le persone, come la tribù, possono crescere indisturbate, quasi un ritorno immaginario alle foreste verdi incontaminate prima della colonizzazione degli Spagnoli nel sudamerica. Rinascere a nuova vita attraverso la cultura, quella linfa vitale che pervade la tribù, la sua forza ideativa, creativa, fantasiosa, lontana dagli schemi freddi e burocratici dei servizi socio-sanitari e del vivere quotidiano.
Al libro è stato è stato conferito il Premio Speciale all’interno del Concorso Internazionale di narrativa e poesia, XIII Edizione, indetto da ACSI “Firenze Capitale d’Europa”.

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Maxima Culpa

Maxima Culpa è un giallo a tinte fosche, dal respiro inquietante, tormentato ed enigmatico sino all’ultima pagina. Pubblicato da Ibiskos Editrice Risolo, che già due anni fa aveva editato l’esordio dell’autore con Vite Corsive, questo nuovo romanzo vede di nuovo in azione il giovane ispettore Loreta Assensi, appassionata e scaltra investigatrice dell’Anticrime scaligera, questa volta impegnata a risolvere un brutale omicidio accaduto tra i quartieri collinari della “Verona bene”. La verità è però, come sempre, assai più complicata di quanto appare e la traccia di sangue guida ad un tortuoso percorso di indizi inquietanti. Nessuno sospetta quanto la sensuale investigatrice sta per scoprire, aiutata da una insolita patologa legale, tra i pini ed i cipressi delle colline veronesi. Lassù, dove lo sguardo abbraccia un panorama fatto di campanili, croci e santità, la fede di un’intera comunità parrocchiale vacilla alle lusinghe del peccato e nasconde verità inconfessabili tra le pieghe della devozione. Un’indagine senza respiro che, tra piste internazionali e mitologiche visioni di un oriente biblico, racconta l’eterna lotta tra il bene ed il male.

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I SOSPIRI DELL’ANIMA

La poesia di Rosangela Manca è specchio del vivere, grido, rivendicazione d’amore. È un appello all’identità, un patto con la propria ricerca di vita. Senza compromessi, senza menzogne, solo con la speranza di raggiungere la propria integrità morale ed emotiva.

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Le poesie di Atteone

Autorecensirsi non è certo un’impresa facile. Si rischia di cadere nel ridicolo, di essere presuntuosi o di dare una venale immagine di sé. Eppure, una volta che si decide di scrivere un libro, è necessario mettersi in gioco fino in fondo.

Questo novembre, a Cagliari, ho pubblicato la mia prima raccolta di versi intitolata “Le poesie di Atteone”.

Le poesie sono state tratte dal mio blog: www.lucidicieli.blogspot.com

Il libro è diviso in tre parti: nella prima, i versi evocano le Muse fotografando il rapporto paradossale che mi lega al bianco foglio infinito e al suo sangue, l’Inchiostro. Nella seconda parte mi interrogo rapsodicamente sul senso dell’esistenza, sulla morte, sul nulla che avanza, sul nesso che con-fonde metafisicamente ogni umana contraddizione. Nella terza parte, l’Amore diventa la Via che apre a sensazioni incomputabili dove, ancora una volta, illusione e certezza, buio e luce, menzogna e verità si coagulano in un concerto di Corrispondenze simboliche. Lo spirito della raccolta è incarnato dalla vicenda di Atteone, allegoria della conoscenza intuitiva che smembra le parole per ricostruirle nel suono e che consacra la trasmutazione dell’errante ebbro di conoscenza nell’oggetto contemplato. Le poesie sono impreziosite dai dipinti e dalle fotografie di Ilaria Diana, Marco Caddeo, Gianluca Melis, Michele Zucca, Paolo Caddeo.

Con queste inadeguate e assai sintetiche parole, vi invito alla lettura delle mie poesie, vi saluto e vi ringrazio di cuore.

Luca Caddeo

Parlo di lei

Il racconto oggetto del libro è tratto da una storia vera: in questo breve saggio racconto di come una ragazzina adolescente lotta contro un male incurabile che la trasforma fino alla fine dei suoi giorni ma non riuscirà ad abbatterla; parlo di come la malattia fortifica questa splendida ragazza con cui io avevo un rapporto conflittuale ma di ammirazione fino a portarmi a provare rimorso per quel risentimento non meritato. Queste poche ma intense pagine vogliono essere un tributo, un dono per lei che mi ha ridonato la vita, un ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti ed una fonte di speranza per chi, come lei, è nel baratro ma dice no. Ed oggi, io voglio ricordarla come allora, voglio permetterle di realizzare quei sogni che il destino le tolse, di fare qualcosa per gli altri come sognava, voglio che gli altri l’ammirino come io feci. Io, oggi, ti regalo l’eternità nel ricordo Vale; aiutatemi a non farla morire mai! Valentina si merita l’eternità!!!!

Il grande libro dei misteri

Dalla mitica Atlantide al calendario Maya: i più sconvolgenti e dibattuti enigmi della storia umana in attesa di una soddisfacente soluzione.

I megaliti di Stonehenge, la Piramide di Giza, le linee di Nazca: che cosa volevano dirci gli antichi?

Rennes le Chateau e la Cappella Rosslyn: i Templari e il Santo Graal.

Da Tunguska agli odierni avvistamenti Ufo: misteriosi segnali dal cielo.

Fantasmi, telepatia, medianità ed esperienze di pre morte: la scienza si interroga sul paranormale.

Un viaggio lungo un sentiero nel quale si muovono non soltanto le teorie di confine ma anche le ipotesi scientifiche, in un serrato confronto dal quale si auspica possano un giorno nascere risposte certe. Un libro affascinante che permette al lettore di immergersi in una realtà parallela ma non per questo del tutto irreale, alla scoperta di luoghi, fatti, personaggi e storie spesso difficilmente reperibili nella letteratura del mistero.

IL GRANDE LIBRO DEI MISTERI
Roberto La Paglia
Prefazione di Paola Giovetti
Edizioni Xenia
316 pagine – 15 Euro
ISBN 9788872736890

NECROPHYLIA

Necrophylia è un romanzo, duro, forte, cinico che farà traballare il lettore e lo lascerà nudo di fronte a se stesso, indifeso.
Protagonista è un ragazzo qualunque, infermiere in un obitorio. Senza un nome, senza un’identità ben definita potrebbe essere chiunque di noi. La sua perversione è, come si intuiva, quella del titolo.
Gli fa da contorno la figura della canuta nonnina, una pluriottantenne con un debito infinito con la vita che adotta metodi a dir poco strampalati per affermare la propria esistenza. Due vite al limite eppure così dannatamente vicine a quello che tutti gli uomini si portano dentro.
Questa due caricature viventi, questi due scarabocchi esistenziali sono le figure principali attraverso le quali si snodano le vicende del romanzo. Un romanzo che ci vuole mostrare la reale vacuità delle nostre vite, l’insensatezza delle nostre azioni, l’inutilità dei nostri sforzi. Con un linguaggio secco, diretto, le pagine, una dietro l’altra, ci calano nell’incubo di una vita che, seppur continuamente rinnegata, continuamente odiata, non si ha mai il coraggio di rigettare completamente.
In una dimensione così cupa e senza scampo la morte sembra essere l’unico riparo, l’unica consolazione alle brutture che, ogni giorno, siamo costretti a subire.
I protagonisti e tutti i personaggi che fanno da contorno sembrano intrappolati, continuamente tirati verso il basso, in una morsa che trova l’unico sbocco nella negazione di sé e dell’altro da sé.
La parte centrale del romanzo metterà in discussione tutto. Le prospettive muteranno, il romanzo, che fino a quel momento suonava come un requiem, una marcia funebre, sembrerà intonare le note di un inno alla vita, eppure…
Il senso del grottesco permea queste pagine dall’inizio alla fine, la realtà è sempre sformata e nebulosa, i visi sono sempre indistinti e sfregiati. La vita e il dolore, la morte e la paura, Dio e l’uomo, la speranza e la consapevolezza.
Un romanzo sporco, cattivo che, senza lesinare sulle immagini forti, con la sua dose sempre alta di cinismo riesce ad essere, allo stesso tempo, dolce e malinconico.

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Visioni

“Visioni”, raccolta di Poesie Gotiche ed Immagini di Sensazioni, nasce dalla mia Collaborazione con Anna Maria Gentili, fotografa per passione, e dalla volontà di realizzare un nostro piccolo Sogno.

Emozionare.

Lei scelse la Fotografia come suo segno distintivo e per rimettere ordine nella sua Vita, Io le Parole per arrivare alle persone e cercare di far comprendere cosa mai avessi dentro.

Così da questa unione molto personale e particolare, nasce “Visioni” di cui sono riportare alcune pagine.

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